A volte capitano cose così belle e importanti che quando ci vengono proposte appaiono irrinunciabili: è il caso dell’invito che Antonella Eberlin, della Casa delle Donne, mi ha rivolto qualche settimana fa. Senza neanche pensarci la mia risposta è stata “SIIIIIIIIII!!!!!” e solo il senno di poi (quello che arriva sempre troppo tardi!) mi ha spinta a pensare: “E adesso!?!”
Il messaggio recitava, più o meno: “Stiamo organizzando presso la Casa un incontro a cui parteciperanno Viviana Varese, chef donna stellata Michelin, Elisabetta Ruspini, professoressa di Sociologia in Bicocca e Beatrice Cassano, dell’Associazione Italiana Insegnanti di Cucina. Vorresti mediare e condurre l’incontro?” Insomma, non avrei mai potuto dire di no, grazie a quel coraggio sagittariano che ci aiuta sempre a saltare i fossi per lungo.
I giorni precedenti all’evento mi hanno vista riflettere a lungo sul mio lavoro nelle cucine, sulla mia condizione di donna che vuole e si opera per riportare il senso del servizio in questo lavoro diventato un po’ troppo spesso mera manifestazione di ego. Le donne hanno avuto bisogno di rompere gli schemi e uscire dalle cucine per prendersi una vita intera… ma oggi possono rientrarci come custodi di un sapere antico, che le rende autorevoli e non autoritarie (questa diversa attitudine non ci appartiene!). Mi trovo di frequente a ripetere che ciò che offriamo all’altro si trasformerà fisicamente nell’altro e questo ci impone di approcciare il cibo e la sua lavorazione con coscienza e amore. Ritornare a considerare l’interconnessione fra gli elementi del nostro ecosistema, vuol dire considerare il cibo come uno strumento di benessere per tutti, pianeta, persone, animali, noi stessi. E in questo, noi donne, possiamo davvero solo fare scuola.
Buona lettura!
https://www.casadonnemilano.it/viviana-varese-la-cucina-come-laboratorio-sociale/
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